Chiariamo una volta per tutte i concetti di "causa" e di "caso": la "causalità" è un rapporto che si instaura in un processo per cui un effetto è dovuto ad una sola causa, la relazione è di tipo univoco, mentre la "casualità" è quel legame, relativo sempre ad un processo fisico e/o biologico, per cui da una causa possono derivare più effetti, tutti causati ma imprevedibili, non c'è "univocità" e neanche "unicità".
In generale possiamo affermare che quanto più "complesso" è un sistema tanto più sarà "improbabile".
Dal punto di vista biologico il sistema "vita" è soprattutto il risultato di una "variabilità" dovuta ANCHE a processi casuali (ad es. le mutazioni, gli incroci, la meiosi, ecc.) ma che poi vengono sottoposti "al vaglio" della selezione (che è implacabile).
Anche il progresso, non avendo un fine, è l'effetto dell'adattamento, non la causa.
In natura i fenomeni sono causali ma gli effetti possono essere determinati (univoci) o indeterminati (ossia soggetti a leggi probabilistiche).
Di solito i fenomeni che accadono nel mondo "macroscopico" sono determinati (non tutti, vedi la "teoria del caos"), quelli che si verificano a livello "microscopico" non sono prevedibili a priori (ad es. un legame chimico è un fenomeno "causale" ma allo stesso tempo "casuale").
Questo accade perché la natura delle leggi fisiche a livello microscopico è fondamentalmente "quantistica".
Le mutazioni sono fenomeni anch'essi di natura "discreta", che seguono le leggi della probabilità.
La religione cattolica accetta l'evoluzione ma non il "caso", l'equivoco sta tutto nell'uso della terminologia, come abbiamo visto sopra.
E' ovvio che un occhio umano, un batterio, un cavallo, ecc., non possono aver avuto origine dal nulla.
Dobbiamo solo accordarci sui termini, non c'è bisogno di ripeterci.
Non si sa ancora con certezza in che modo la vita sia iniziata sulla Terra (in verità si sa molto, ne riparleremo in seguito) ma di sicuro le prime forme di vita dovevano essere molto semplici e da quelle, attraverso un processo ininterrotto di selezione (che è un filtro "cieco"), fatto di successi e di fallimenti, siamo giunti al livello di complessità che oggi vediamo.
L'occhio dei mammiferi non è nato "per caso", è il frutto di una variabilità nell'ambito di forme di vita su cui la selezione ha agito al fine di "premiare" (il temine è improprio, lo so), di volta in volta, quelle "strutture" che statisticamente davano un determinato vantaggio adattativo.
Lo schema di base è sempre lo stesso: selezione, evoluzione, eredità, variabilità.
Può apparirci strano, in quanto la percezione che noi abbiamo dei fenomeni non è in grado di spingersi al di là del nostro "orizzonte temporale", ma questa è la vita.https://img.forumfree.net/html/emoticons/wink.gif |