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Discussione: American Proud

  1. #1
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    American Proud

    Proviamo dare una botta a OT

    Non è il problema di essere filo americano o meno, ma è un fatto certo che una società multietnica, con la presenza di tutti i culti possibili ed immaginabili, possa generare uno spirito nazionalistico come quello americano.

    Perchè?

    In Italia ce lo sognamo, facciamo fatica a sussurrare il ns inno, figuriamoci a comportarci come loro.

    Il motivo può essere la multietnicità, può essere la forza dell'economia a generare the american proud oppure il contrario?

    D'altra parte non si può certo affermare che la loro cultura sia anglosassone, anzi sicuramente il contrario.

    Forse perchè è nata da subito multietnica.

    Pensate che, con l'evoluzione dapprima economica e poi politica europea, si potrà un domani parlare di Europian Proud?

    O sarebbe meglio cancellare questo thread?


  2. #2
    Il postino suona
    sempre due volte
    L'avatar di kevin8
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    Non so...

    In questo sono più popolo di noi, si dimostrano più uniti e più orgogliosi...
    Forse è questo il sogno americano, un sogno che si avvera in un paese così pieno di contrasti, contraddizioni...

    Eppure nei momenti di vero bisogno, sono tutti lì a sostenersi e a dare...

    Tempo fa leggevo in un thread su HwForum di un tipo che con tono sprezzante indicava il popolo d'america come un'accozzaglia di gente, invece il punto chiave è che nei momenti di bisogno sono il popolo più grande che ci sia!(naturalmente è la mia opinione! )

  3. #3
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    L'avatar di giofi83
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    sono d'accordo con te, ma la mia curiosità è da dove nasce, qual'è l'origine di questo orgoglio in presenza di così tante contraddizioni socio culturali

  4. #4
    Advanced Member L'avatar di CarreraRS
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    Messaggio scritto da giofi83
    sono d'accordo con te, ma la mia curiosità è da dove nasce, qual'è l'origine di questo orgoglio in presenza di così tante contraddizioni socio culturali
    L'origine potrebbe risalire ai tempi dei primi colonizzatori, i pilgrim fathers.
    Si sono trovati da subito in un ambiente "ostile", e l'unico modo di sopravvivere era quello di restare uniti e coalizzati. Indipendentemente dalla razza (indiani esclusi). Probabilmente alle generazioni successive hanno trasmesso questo messaggio; se restate solidali e coesi sopravvivete.... altrimenti c##@ vostri !

    Considerato che questo messaggio (con le opportune modifiche dettate dal tempo e dalle circostanze) viene tramandato di generazione in generazione da circa 230 anni .....

    Le contraddizioni socio-culturali sono avvenute in epoche molto più recenti. La forza della popolazione americana sta nell'essersi data delle regole chiare e precise, nel seguirle e l'unica cosa che chiedono a chiunque voglia vivere in USA è di non violarle.... per il resto puoi fare ciò che vuoi...... mica male eh !

  5. #5
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    Per almeno un secolo gli Usa sono stati il luogo di deportazione dall'Europa: assassini, indesiderati, prostitute e quant'altri venivano messi alla scelta, e spesso la scelta era la forca o la nave.
    Per un altro secolo - e coda - c'è stata l'immigrazione coatta di persone strappate alla loro terra (generalmente l'Africa) e private di ogni tipo di nazionalità ed appartenenza.
    Tutti questi dispersi, o meglio i loro discendenti, per reazione, si sono attaccati alla terra che li accoglieva, o perchè non perdonavano la terra che li aveva cacciati o perchè non ricordavano la terra dei loro antenati.

    Questo si aggiunge al grande spirito Indiano, lo spirito di indipendenza che si unisce all'amore per la propria terra e per la libertà dai confini ristretti del proprio personale orticello.

    Poi ci sono stati tutti gli emigranti, quelli che partivano dalla loro terra con una mano davanti e l'altra dietro e trovavano la condizione per lavorare; quanto più guadagnavano, tanto più si attaccavano alla terra generosa che sostituiva una patria poco generosa.

    E poi c'è sempre stata la precisa volontà di costruire una nazionalità comune.... mentre noi italiani ce la meniamo con gli antichi Romani (cosa a cui non credeva neanche il Duce, che infatti sceglie simboli etruschi) e le eredità manzoniane (una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cuor - cosa assolutamente impossibile da raggiungere), gli americani sanno che l'idea della patria è un intellettualismo da costruirsi che POI diventa emozione.
    Per noi è il conbtario.... noi crediamo che la patria debba essere un'emozione dalla quale nasce un progetto intellettuale..... così facciamo gli schizzinosi con l'inno nazionale, cavilliamo sui confini, ci distinguiamo e facciamo selezioni tra il Granducato di Toscana (sommo) e tutto il resto (così così).

    E poi... diciamocelo: gli americani hanno contraddizioni di ogni sorta, ma noi siamo ben sicuri di avere di che vantarci di essere italiani?

    eccetera eccetera
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  6. #6
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    L'avatar di giofi83
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    Io sono fiero di essere Italiano, anche se devo dire per quello che l'Italia è stata.

    Ritengo che negli ultimi 50-60 anni ci sia stato un decadimento culturale che ha portato malcostumi e appannamento dei valori assoluti morali, perciò non esclusivamente cristiani, incrinando l'Italian Proud che pure tanti spiriti eletti ha generato.

    Forse, se solo nel ns piccolo, dovremmo cogliere l'occasione di questa crisi mondiale per darsi una rinfrescata, avere un po' più di fiducia in noi e nelle ns. idee, seza voler dire di fare a gara a chi preme per primo il bottone rosso nucleare.

    Non pensare solo a noi stessi, ormai il mondo diventa sempre più piccolo e il problema dei palestinesi è il problema di tutti, come quello degli ebrei, e tutti insieme dobbiamo risolverlo, costi quello che costi

  7. #7
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    Più che giusto ! Questa peraltro sarebbe l'ennesima occasione per ritrovare (o per sviluppare) un pochino di "senso della patria"
    (passatemi la definizione).
    In realtà la cosa è molto più difficile di quanto sembra e IMHO è strettamente legata alle nostre radici e alla nostra natura.
    L'Italia come repubblica è molto giovane, come stato unitario lo è un po' meno, ma solo fisicamente.
    Culturalmente, per tradizioni e per mentalità siamo molto più variegati degli Stati Uniti .... anche se il colore della pelle è sempre lo stesso e, forse anche per questo, ce ne rendiamo meno conto. Anche la forma geografica dell'Italia non ha aiutato molto in passato "all'unificazione mentale". Quando spostarsi era molto più complicato di oggi (+/- 120 anni fa) le diverse popolazioni italiane (per la maggior parte contadine) facevano parte del Regno d'Italia, ma ignoravano beatamente l'esistenza, gli usi e la mentalità degli altri, restando chiusi nel loro mondo, che raramente andava oltre il paese o la città.
    Come ultima considerazione la nostra classe politica (globalmente considerata), in ogni epoca, è formata da "politici professionisti", i quali hanno raramente badato agli effettivi bisogni della nazione, preferendo mantenerle nell'ignoranza in modo da meglio manipolarle. Inoltre i politici non erano (e non sono) quei "grandi cervelli", salvo alcune eccezioni, che sarebbero stati (e sono tuttora) necessari.
    Oggi le cose non sono cambiate di molto. Gli spostamenti sono divenuti più facili, ma l'apertura mentale media è sempre molto scarsa. E la classe politica continua a manipolare l'opinione pubblica, in modo sicuramente più sofisticato, dato anche il livello culturale medio più elevato.
    Comunque la cosa che mi rattrista maggiormente è scoprire l'unità nazionale solo in occasione dei Mondiali di calcio

  8. #8
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    i mondiali di calcio... in effetti direi che è una di quelle poche cose che sono viste allo stesso modo da nord a sud in italia... xké parliamoci chiaro, IMHO la grossa differenza tra gli USA e l'italia è che la ad esempio se non paghi le tasse o se passi con il semaforo rosso, commetti un reato e si viene riconosciuti colpevoli per questo da un sentire comune in tutto il paese.

    In Italia invece a seconda del paesello di dove ti trovi magari vieni visto come un esempio o un furbetto da imitare.

  9. #9
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    Ritengo che negli ultimi 50-60 anni ci sia stato un decadimento culturale che ha portato malcostumi e appannamento dei valori assoluti morali, perciò non esclusivamente cristiani, incrinando l'Italian Proud che pure tanti spiriti eletti ha generato.
    mah... la cosa non mi trova molto d'accordo
    il punto è IMHO che come al solito noi in Italia la morale cristiana abbiamo la brutta abitudine di ricucircela addosso come meglio ci conviene... in effetti ciò si evince dal comportamento di tantisssime personaggio di primo piano della vita pubblica italiana, sempre pronti a battere il tasto sul loro cattolicesimo, ma se guardiamo bene, non è che il loro comportamento possa definirsi consono ai dettami della chiesa.

    la morale potrebbe essere:
    durante la settimana si combina di tutto... salvo poi andare a lavarsi la coscienza alla domenica in chiesa... comodo così!

    molto + complicato invece comportarsi secondo i dettami della chiesa tutti i gg della settimana e dell'anno

  10. #10
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    Parola di una nonna in carriola

    [QUOTE]Messaggio scritto da CarreraRS
    [B]Culturalmente, per tradizioni e per mentalità siamo molto più variegati degli Stati Uniti .... /QUOTE]

    Di questo non sono sicurissima; ma IMHHHHHHO la diversità sta nella schiavitù o meno.
    In America si andava per sfuggire alla schavitù, in Italia, per saecula saeculorum, questo non è stato possibile.
    Il triste proverbio "Francia o Spagna pur che se magna" segna - molto più della "maliziosa furbizia" - una condizione di povertà talmente.... misera da spezzare (oltre al cuore) ogni possibile orgoglio. E in gran parte dell'Italia la condizione è cambiata solo in apparenza.

    Non sono neanche così d'accordo che gli ultimi 50-60 anni siano stati troppo influenti per umiliare il nostro orgoglio (anche se Dio sa quante ne vorrei dire in proposito).

    Scusate un attimo, vorrei ricordarvi una cosarella studiata più o meno al Liceo (per me, nel Paleolitico inferiore).

    Foscolo odiava Napoleone (che aveva ceduto Venezia all'Austria). Lo lodava per una sola cosa: diceva che conquistando l'Italia aveva per lo meno dato agli Italiani l'orgoglio di essere una nazione unita.
    ... e Napoleone era Franmcese.....

    Ricordate che cos'è lo stato per Manzoni, o meglio per il suo personaggio Renzo? Lo Stato è il tavolo di Azzeccagarbugli, pieno di leggi e leggine in quantità terrificante che servono solo a rendere arbitraria legge e giustizia .....

    Ricordate la Longa, la madre dei Malavoglia di Verga? L'unità d'Italia ci ha portato tre cose: "la tassa sul macinato, il servizio militare obbligatorio e il colera......."

    Ricordate cosa scrisse Carducci parlando del governo DePretis?
    .... o popolo di eroi, stirpe gentile
    triste novella porterò per voi
    la nostra patria è vile........

    E qui siamo nell'Ottocento e agli inizi del Novecento, quando l'Italia inizia a malapena a pensare lontanamente di poter avere non dico un poì di orgoglio, ma un minimo di possibilità.

    Quanto alla classe politica dirigente..... dall'alto del mio metro e mezzo (m.1.45 per essere precisa), a me piacerebbe - come ad Umberto Eco - potermi vantare di vivere in una nazione dove chi è travolto da uno scandalo documentato si dimette, non si arrampica sugli specchi; dove i ministri della PI non sbagliano i congiuntivi e sono tanto arroganti che quando Striscia la notizia glie lo fa notare convocano l'Accademia della Crusca per essere difesi (e si beccano una bella cenciata in faccia); e questo per dire le cose forse meno gravi.

    Sia chiaro, Amici: non parlo assolutamente per polemica, ma solo per grande tristezza.... e sarei GIOIOSA di poter essere convinta con prove sensate che mi sbaglio.
    Forse questa è la vecchiaia che avanza. Tra un paio di mesi compio 47 anni e vi giuro, è duro aver avuto venti anni nell'Italia degli anni Settanta e vedere di che cosa è stata (in)capace la mia generazione, sia dal punto di vista dell'(in)educazione dei propri figli, sia da tutto il resto (e lo dice una che non ha mai felicemente avuto figli e che è anche sempre stata sulle barricate, e continua a starci ancora anche se assomiglia ogni giorno che passa sempre più ad un incrocio tra Nonna Abelarda e Maga Magò
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  11. #11
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    D'accordo su tutto, ma vorrei fare una precisazione con Canaro.

    Non voglio portare il discorso di essere o meno buoni cristiani, troppo riduttivo e non proponibile in un forum con pretese di difendere il pluralismo delle idee.

    Mi riferivo al distacco generazionale: io sone della leva del '52, ho vissuto di prima persona e sulla mia pelle il '68.

    Quando mi confronto con le diverse generazioni attuali ( mio nipote a 10 anni pensa solo al gameboy, 13enni con difficoltà di articolare pensieri persi in chat demenziali o con problemi erotici perchè ormai non sanno più cosa provare, diplomati come me scientifici con una mancanza quasi assoluta del piacere di conoscere) stò male.
    So che non tutti sono così, ma rispetto ai miei tempi sembra che la percentuale aumenti e l'esistenza delle babygang o dei disagi sociali di oggi, arrivo a pensare che se ci fosse un poì più di nozionismo e rigore a scuola come in famiglia, insomma un po' più di educazione. le cose potrebbero essere migliori.

    Brrrrrrrrrrr mi sento un Matusa

  12. #12
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    Non voglio portare il discorso di essere o meno buoni cristiani, troppo riduttivo e non proponibile in un forum con pretese di difendere il pluralismo delle idee.
    nemmeno io voglio portare lì l'argomento

    era per marcare il fatto che per avere un sentire comune, bisogna avere alcune cose che siano sentite profondamente da tutti i cittadini; e se già si comincia pure con la fede a costruirsela su misura x come meglio si conviene, stiamo messi male:
    tutto quì

  13. #13
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    Messaggio scritto da Cànaro


    nemmeno io voglio portare lì l'argomento

    era per marcare il fatto che per avere un sentire comune, bisogna avere alcune cose che siano sentite profondamente da tutti i cittadini; e se già si comincia pure con la fede a costruirsela su misura x come meglio si conviene, stiamo messi male:
    tutto quì
    Allora credo di avere ragione, bisogna cominciare dall'educazione dei neonati

  14. #14
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    [Allora credo di avere ragione, bisogna cominciare dall'educazione dei neonati [/B][/QUOTE]

    Indubbiamente..... ma la radice del problema sta nei genitori.

  15. #15
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    Re: Parola di una nonna in carriola

    [QUOTE]Messaggio scritto da Isabella
    [B][QUOTE]Messaggio scritto da CarreraRS
    [B]Culturalmente, per tradizioni e per mentalità siamo molto più variegati degli Stati Uniti .... /QUOTE]

    Di questo non sono sicurissima; ma IMHHHHHHO la diversità sta nella schiavitù o meno.

    Cara Isa, tu hai sviluppato in modo decisamente più colto la mia opinione espressa in modo più greve.

    Ma sostanzialmente mi dai ragione ! Purtroppo !

    Credo di far parte anch'io della "compagnia dei disillusi" e forse anche questo è una delle cause per cui non riusciamo, come popolazione, ad emergere e ad assurgere a buon diritto a pari dignità con gli altri paesi europei. Anzi a voler ben vedere potremmo essere anche superiori.

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