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Discussione: Software sempre più spione con la benedizione della legge

  1. #1
    Software Zone Maniac
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    Software sempre più spione con la benedizione della legge

    Software sempre più spione con la benedizione della legge.

    A rischio privacy i dati che l'utente immette in Rete:
    nome, e-mail e gli acquisti effettuati online

    ROMA - Parassiti, sempre più sfacciati e quasi benedetti dalla legge. Gli "spyware", quei software che si installano surrettiziamente nei nostri pc quando scarichiamo uno dei tanti programmi per barattare musica online, hanno sempre meno ritegno. Non solo si intrufolano nella nostra vita elettronica e ne annotano dettagliati diari ma, addirittura, usano la potenza inutilizzata del nostro computer per analizzare i dati da loro stessi raccolti. Come dire, oltre al danno la beffa. E, come se non bastasse, negli Stati Uniti è appena stato varato un disegno di legge che, in barba al titolo "Online Personal Privacy Act", legalizza di fatto questi nuovi e insidiosi sistemi che violano la riservatezza degli utenti a tutto vantaggio delle esigenze del marketing.

    L'ultimo capitolo della sempre più aggressiva attitudine dei programmi che cercano di carpire il maggior numero di informazioni sul nostro conto l'ha scritto la Brilliant Digital che, non paga di introdursi di soppiatto nei pc degli utilizzatori del popolare Kazaa, storna una percentuale di memoria di quei computer (proprio come fanno grandi progetti collaborativi di peer-to-peer alla Seti@Home e altri di cui ci siamo occupati) e la utilizza per "servire" la pubblicità ai medesimi utenti e per monitorare le loro reazioni una volta che l'hanno vista.

    Facendosi portatore delle sempre maggiori preoccupazioni circa la privacy di chi usa Internet (un terzo delle persone dichiara di fornire dati falsi, quando si registra a un nuovo servizio) il senatore democratico della South Carolina Fritz Holling ha presentato la settimana scorsa una bozza di legge che si vanta di proteggere i consumatori ma in verità sembra dare una mano ben più sostanziosa alle aziende che vogliono avere identikit sempre più affidabili dei loro potenziali clienti.

    Nel testo si distingue tra dati "sensibili" (sanitari, orientamenti politici e sessuali, eccetera) e "non sensibili", in cui vanno tutte le altre informazioni, tra cui ogni acquisto compiuto in rete ma anche il nostro nome e l'indirizzo di posta elettronica. Per raccogliere e rivendere questa seconda categoria di dati non c'è bisogno di alcun consenso dell'interessato e lo spyware può immagazzinarne quanti ne vuole e metterli a disposizione delle aziende interessate.

    L'unica specificazione che l'Online Personal Privacy Act fa all'indirizzo di chi gestisce gli spyware è di dare "chiara notifica" della loro attività (a differenza di adesso, che ce li troviamo dentro il nostro hard disk senza nemmeno accorgercene). Una volta sgravatasi la coscienza con questa autodenuncia i signori degli spyware potranno mettere insieme ogni tessera in loro possesso (compresa e-mail e generalità dello spiato) e ricomporre, a livelli di dettaglio sinora impensabili, il mosaico che restituisce il ritratto dell'utente. Con la benedizione - se il disegno diventa legge - del Congresso americano.

    Da Repubblica del 1 maggio 2002

    URL: http://www.repubblica.it/online/tecn...gge/legge.html
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    GioBar

  2. #2

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