SpamNet chiede alle "vittime" di segnalare al sistema P2P
i messaggi molesti perché vengano eliminati in automatico.

Da soli non ci si riesce, insieme forse sì. E la lotta è di quelle che merita il contributo del maggior numero di persone di buona volontà, la guerra allo spam. Sì, perché se i 700 messaggi pro capite di "posta elettronica monnezza" che un utente medio riceve oggi in un anno non fossero abbastanza per convincervi dell'urgenza del problema, pensate alla quota di 1400 cui arriveranno - assicura la società di rilevamento Jupiter, ma potrebbe anche sbagliare per difetto - da qui al 2006. E allora "per passare il tempo a leggere le e-mail e non a distruggere i messaggi non richiesti" - dichiara SpamNet nella sua homepage di presentazione - non c'è di meglio da fare che usare la logica collaborativa che ha fatto la forza di Napster, dei suoi tanti emuli e degli svariati programmi di peer-to-peer che consentono di condividere le risorse di milioni di computer nel mondo.

I filtri individuali per opporre una barriera allo spam si sono dimostrati, sino a oggi, inadeguati. In genere funzionano così: si indicano delle parole chiave ("offerta straordinaria", "SOLDI", "una teenager per te" e così via) in base alle quali il programma è autorizzato a distruggere, in automatico, un messaggio di posta entrante che le contiene nel campo "Oggetto" o "Subject" a seconda del programma che usate. Ma il fatto è che chi manda quantità industriali di messaggi promozionali non richiesti si è fatto furbo e cambia in continuazione le intestazioni dei propri messaggi, riuscendo così a eludere la falciatrice del filtro.

Per ovviare al problema, quindi, la californiana Cloudmark ha pensato di fare appello alla comunità internazionale delle vittime. Se tutti coloro che ricevono i sempre diversi messaggi di spam riportano le loro intestazioni a una banca dati centralizzata questa sarà poi in grado di fornire un filtro aggiornato (un po' come succede con gli anti-virus) e quindi più efficace.

Quindi, come succede con tutti i programmi P2P, per prima cosa si deve scaricare il programma che vi trasforma in un nodo della comunità. In questo caso è un leggero plug-in che si integra per il momento solo con Microsoft Outlook. Gli utenti per ora sono oltre 5000 e ogni nuovo messaggio di spam che ricevono lo selezionano e - utilizzando la barra degli strumenti che si è installata all'interno di Outlook - lo marchiano con il tasto "Block". Ma la scocciatura del singolo non sarà stata vana e non beneficerà lui soltanto perché il sistema utilizzerà le segnalazioni di ciascuno per dirottare messaggi analoghi nella cartella "spam" che il programma avrà appositamente creato oltre a quella In, Out e le altre personalizzate.

"SpamNet - si legge ancora nella presentazione del servizio - è il primo network di filtraggio collaborativo che riesce a intercettare quasi ogni attacco di spam nel mondo in tempo reale evitando circa il 75 per cento dei messaggi molesti, una percentuale che migliorerà con il tempo, man mano che il numero di partecipanti crescerà". Tuttavia la fiducia nelle segnalazioni dei lettori non è assoluta: c'è infatti un Truth Evaluation System (Sistema di Valutazione della Verità) che valuta, tenendo conto di vari fattori (quantità di spam segnalati, pertinenza dei giudizi, e così via), quali utenti siano più affidabili di altri. Insomma, per dirla con le parole di Kevin Werbach, ascoltato analista della EDventure Holdings, "quello che eccita in Cloudmark è che si tratta di una soluzione distribuita per un problema distribuito". Ed è proprio questa la maniera più intelligente di sfruttare la rete.

Da Repubblica

http://www.repubblica.it/online/scie...spam/spam.html