Tra i due partner di una coppia, in una partita di Bridge, è possibile stabilire un accordo in base al quale su un certo numero di dichiarazioni è permesso passare e su determinate altre non è permesso; un giocatore potrà utilizzare queste ultime con la certezza che la licitazione tornerà a lui, dandogli la possibilità di modificarla.
Consideriamo la seguente distribuzione:

P: A-K-Q-8-6-4-2
C: K-5
Q: Q-J-3
F: 2

Questa mano contiene 15 P.O. (non considerando la distribuzione) ed è quindi adatta ad una apertura licitativa (ricordo che il punteggio minimo in onori richiesto per aprire la dichiarazione è, in base alle ultime teorie, di 12 P.O.).
Se, ad esempio, Nord e Sud si accordano su una licita di 1F "forzante" (in inglese "Forcing", cioè che non può essere passata), Sud (o Nord) potrà tranquillamente aprire di 1F perché, quando la dichiarazione tornerà a lui, al secondo giro licitativo potrà sempre modificarla in 1P (o 2P o 3P). Perché aprire con 1F anziché direttamente di 1P ?
La risposta è molto semplice: l'intento è quello di fornire al partner il maggior numero di informazioni possibile.
Accordandosi su una licita di apertura di 1F "forzante", abbiamo assegnato, in pratica, a tale apertura un significato "convenzionale" (in questo caso di punteggio) che evidentemente costituisce un'informazione in più.
Un'altra coppia di giocatori potrebbe stabilire, ad esempio, che l'apertura di 1F indica il possesso di un seme lungo (costituito da un minimo di 6 carte), che verrà poi dichiarato al secondo turno licitativo. E' possibile, dunque, utilizzare la stessa dichiarazione (1F seguito poi da una licita a Picche) per esprimere concetti diversi.
Bene, assegnando a ciascuna dichiarazione determinati valori, avremo a disposizione un codice che ci darà modo di comunicare col nostro compagno con elevata precisione. Questi sistemi denominati, appunto, convenzionali raggiungono una precisione notevolissima (vorrei qui ricordare il "Fiori Romano" e il "Fiori Napoletano" con cui l'Italia ha detenuto, con il leggendario Blue Team, il primato mondiale assoluto per oltre dieci anni) e sono moltissimi in quanto basati su interpretazioni licitative diverse date da vari campioni agonisti di Bridge.
Accanto ai sistemi convenzionali esistono anche i cosiddetti sistemi "naturali" in cui ciascuna dichiarazione ha un significato naturale (ad es., 1F indica il possesso di un certo numero di carte di Fiori e così via). La relativa semplicità di un sistema naturale permette di comprendersi bene anche tra partner che si trovino a giocare a Bridge per la prima volta. Tale semplicità dichiarativa non deve, però, trarre in inganno nei riguardi della precisione dei sistemi naturali: anche con queste licitazioni si possono fornire informazioni particolareggiate e ottenere ottimi risultati e la prova ci viene dalle bellissime prestazioni del team statunitense (secondo solo all'Italia in campo mondiale) che si avvale appunto di sistemi dichiarativi naturali.
C'è da dire, inoltre, che in questi ultimi tempi i sistemi naturali si sono particolarmente evoluti, anche a costo di introdurre qualche convenzione, a tal punto da divenire uno strumento informativo sempre più preciso.
Le dichiarazioni naturali appartengono a due categorie: quelle basate sul Lungo-Corto e quelle basate sul Corto-Lungo.
Ciò significa che, dovendo dichiarare due semi di differente lunghezza (ad es., uno di 5 carte e l'altro di 4), nel Lungo-Corto si dichiara per primo il colore lungo,cioè quello di 5 carte e al secondo giro licitativo, se possibile, il colore più corto, mentre nel Corto-Lungo accade esattamente il contrario.
Non saprei dire con assoluta certezza se sia da preferire l'uno o l'altro ma posso affermare che ciascuno dei due sistemi ha vantaggi e svantaggi che il giocatore, la cui esperienza progredirà man mano sempre di più, sarà in grado di capire da solo.
In Italia è molto diffuso il sistema naturale Lungo-Corto (Quinta Nobile) che la F.I.G.B. (Federazione Italiana Gioco Bridge) ha riconosciuto ufficialmente come"Standard Italia" e che viene obbligatoriamente insegnato in tutti i corsi di Bridge e nelle scuole.
In conclusione, è doveroso fare una precisazione: le regole dichiarative contemplate da un sistema, sia esso naturale che convenzionale, devono essere considerate, anche se soltanto sul piano del rispetto nei confronti del nostro compagno e degli avversari e pur non infrangendo il regolamento, alla stregua di norme effettive e come tali, quindi, da studiare a memoria.
E' scorretto utilizzare dichiarazioni il cui significato può sfuggire, senza averne dato adeguate spiegazioni al partner e, soprattutto, ai contro-giocanti e, anzi, è indispensabile che siffatte dichiarazioni possano essere pienamente comprensibili a tutti.
I giocatori che le utilizzano dovranno essere pronti a rispondere dettagliatamente a domande che concernono il loro significato.
Buono studio

P.S. Termina qui questo breve ma, mi auguro, scientificamente valido excursus sulle meccaniche elementari che governano il gioco del Bridge. D'ora in avanti, poiché gli argomenti riguardanti il sistema licitativo e il gioco della carta richiederanno un impegno più concreto e consistente, sia sul piano didattico che su quello dello studio da parte dei discenti, potrò continuare a scrivere solo su esplicita richiesta di coloro che siano effettivamente interessati e che mostrino di aver ben assimilato tutti i concetti fin qui esposti. Siate liberi, in ogni caso, di pormi questioni su tutto ciò che ho scritto finora.
Spero che sia stata una piacevole lettura per tutti voi come è stato piacevole per me scrivere.
Auguro a tutti un buon proseguimento e..... buone smazzate !!!!!