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Discussione: Giochiamo a Bridge !!!

  1. #1
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    Giochiamo a Bridge !!!

    Salve cari amici,
    vi annuncio che da oggi in poi dedicherò una parte del mio tempo libero, non molto in verità, a spiegarvi le nozioni elementari di quello che considero il più bel gioco di carte del mondo, il Bridge !
    Per introdurre fin da subito l'argomento partiremo dalle origini che, anche se si tratta di nozioni non indispensabili sotto il profilo tecnico, è utile conoscere sia per curiosità sia per avere un quadro di insieme che può far meglio comprendere i motivi che sono alla base della diffusione mondiale che il Bridge ha raggiunto in tempi relativamente brevi.
    Il Bridge che si gioca attualmente si chiama Bridge contratto (Contract-Bridge) e deriva da un gioco di carte molto in voga in Inghilterra nei secoli XVIII e XIX, il Whist, che tecnicamente era quasi identico al Bridge moderno ma con qualche differenza.
    Inizialmente il Whist era giocato da tre persone ma, nel 1873, nacque una variante, il Whist-Bridge, praticata da quattro giocatori, che incontrò subito un favore inaspettato.
    In seguito venne importato in Francia e poi in America, suscitando un interesse crescente anche perché furono definite le regole generali per lo svolgimento di incontri a livello agonistico (incontri a squadre).
    Nel 1904 vennero codificate, in particolare da Roe, alcune nuove regole che prevedevano la determinazione dell'Atout (cioè della briscola) in base ad un'asta (auction) e tali norme, che diedero vita al nuovo Auction-Bridge, soppiantarono il Whist-Bridge, anche nelle preferenze del pubblico.
    L'attuale Bridge contratto è nato nel 1925 ad opera di Vanderbilt, in base ad accordi tra il Club Portland londinese, il Club Whist e la Commissione Francese del Bridge. In realtà si trattava di differenze, rispetto all'Auction-Bridge, che gli inglesi avevano già adottato riprendendo alcune regole del Bridge-plafond francese, il cui scopo era quello di accrescere i rischi di una coppia in modo da consentire maggiore interesse anche da parte dell'altra coppia meno favorita dalla sorte perché in possesso di carte peggiori.
    Nel moderno Bridge la dichiarazione "preventiva" del numero di prese che si presume di fare è condizione indispensabile per la validità di ciascuna presa di una smazzata ed è anche l'essenza stessa del Bridge in contrapposizione all'asta (tecnicamente si chiama "licitazione") approssimativa del vecchio sistema Auction-Bridge.
    Nel 1929 Culbertson, ritenuto all'epoca come l'indiscusso migliore giocatore del mondo di Bridge, fondò "The Bridge World", la prima rivista di Bridge che contribuì alla diffusione, in tutto il mondo, del suo nuovo sistema dichiarativo e, più in generale, del gioco stesso.
    Se oggi il Bridge ha un'ampia gamma di espressioni tecniche per identificare alcuni aspetti particolari del gioco lo si deve a Culbertson.
    I termini tecnici, quindi, sono nati in inglese e in seguito sono stati tradotti con gli equivalenti in altre lingue ma alcuni sono rimasti inalterati e accettati nella loro dizione originaria.
    In particolare, la traduzione letterale della parola bridge in italiano, cioè "ponte", non tiene conto del fatto che tale nome non deriva dall'equivalente voce della lingua inglese ma si tratta di un adattamento "fonico" alla lingua inglese del termine "bric" (in russo biritch, con la c dolce) che nelle lingue slave significa "tagliare" e che veniva usato per designare il gioco derivato dal Whist (in italiano "briscola", con la stessa radice).
    Faccio qualche esempio di termini, inglesi e francesi, che sono entrati a far parte del linguaggio bridgistico italiano: manche = partita; Atout = briscola (in inglese "trump"); impasse = sorpasso (in inglese "finesse"); contre/surcontre = contro/surcontro (in inglese double/redouble); chicane = vuoto; renonce = rifiuto; levée = presa; singleton = carta singola; doubleton = due carte di un seme; rubber = incontro completo; slam = stramazzo/cappotto; book = insieme delle prese relative ad una coppia; fit = accordo dei valori di una mano con quelli delle carte del compagno; partner = compagno; score = punteggio.
    Il Bridge ha molti punti di contatto con lo sport non solo perché presuppone le stesse qualità agonistiche ma anche perché richiede la stessa lealtà. Il linguaggio del Bridge è un linguaggio di lealtà ma non lo dico solo per una questione di elementare etica: il Bridge è l'unico gioco di carte che consente lo svolgimento di gare internazionali che sono occasione di incontri tra persone di paesi diversi ed è proprio questa "internazionalità" a richiedere la più assoluta lealtà al servizio dell'agonismo perché soltanto in questo modo esso potrà dare il suo contributo ad una maggiore comprensione tra gli uomini di tutto il mondo.
    Tra le personalità importanti che giocano o hanno giocato a Bridge incontriamo nomi come gli attori Omar Sharif e John Wayne, Gandhi, il giudice Gherardo Colombo e, guarda caso, Bill Gates, tanto per citarne alcuni.
    Per concludere, tengo a precisare una cosa: il Bridge è un gioco difficile, molto più difficile degli scacchi, che richiede un impegno intellettuale costante e non indifferente, per cui tale mini-corso sarà "volutamente" mantenuto entro limiti, per così dire, "dilettantistici".
    Lo scopo che mi prefiggo, infatti, non è quello di formare campioni che prenderanno parte a tornei agonistici ma, al contrario, quello di permettere di sedervi intorno ad un tavolo, non interessa se verde o meno, e trascorrere una serata tranquilla, insieme ad amici e familiari, giocando un Bridge "discreto" all'insegna del divertimento.
    Il tempo deciderà quale potrà essere il percorso migliore per voi.
    Grazie a tutti e buone smazzate !


    P.S. Mi raccomando, non mettete il posacenere sul tavolo da gioco perché nelle sale dei tornei e dei circoli bridgistici è vietato fumare

  2. #2
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    Ci siamo, amici !
    Il Bridge si gioca in quattro giocatori che siedono ai quattro lati di un tavolo (preferibilmente quadrato): i giocatori che siedono di fronte sono compagni (partner). Se consideriamo il tavolo orientato in base ai punti cardinali, la coppia Nord-Sud (linea N-S) è avversaria della coppia Est-Ovest (linea E-O). Nella pratica bridgistica in genere si identifica in Sud il giocatore rispetto al quale si considera la condotta di gioco; a Nord, dunque, c'è il suo compagno, ad Est e ad Ovest ci sono gli avversari rispettivamente di destra e di sinistra:
    --------------------------------------NORD----------------------------------
    OVEST------------------------------------------------------------------EST
    ---------------------------------------SUD------------------------------------
    Usualmente le coppie vengono stabilite dalla sorte e un giro di Bridge viene considerato completo quando ciascun giocatore ha giocato la sua partita con ognuno degli altri tre. In assenza di accordi particolari la composizione iniziale delle coppie può essere determinata attraverso le carte.
    Sui tavoli da Bridge dei circoli e nei tornei si usa avere due mazzi di carte da Poker con dorsi di diverso colore che vengono adoperati alternativamente per evitare di perdere tempo ma anche per non discutere su chi debba distribuire le carte di volta in volta. In sintesi il giocatore che è stato scelto come mazziere (distributore) affida il mazzo di carte al giocatore alla sua sinistra il quale lo mescola; in seguito sempre il mazziere cede il mazzo di carte mischiate al giocatore alla sua destra affinché lo tagli e, dopo il taglio, inizia la distribuzione una carta alla volta a partire dall'avversario alla sua sinistra e procedendo in verso orario.
    C'è da dire che la stessa successione (cioè il senso orario) è valida anche per la dichiarazione e per la successiva giocata.
    Al termine della distribuzione ciascun giocatore avrà 13 carte (mazzo da Poker da 52 carte senza i Jolly) che potranno essere ordinate, senza farle vedere a nessuno, per colore e per valore.
    Cosa significa ordinare la propria mano per colore e per valore ?
    Il valore delle carte nel Bridge è il seguente (in ordine decrescente): Asso (la carta più alta) - Re - Donna - Fante - Dieci - Nove - Otto - Sette - Sei - Cinque - Quattro - Tre - Due (la carta più bassa).
    Anche i semi (colori) hanno una loro precisa gerarchia che è importantissima (in ordine decrescente): Picche - Cuori - Quadri - Fiori (per memorizzare tale gerarchia basta ricordare il detto "Prendi Cara Questi Fiori").
    I primi due colori (Picche e Cuori) sono chiamati colori maggiori (o nobili), gli altri due (Quadri e Fiori) sono i colori minori (deboli).
    Le prime cinque carte di ciascun colore (A-R-D-F-10) sono chiamate carte onori (o più semplicemente onori) e danno diritto, se si trovano nella stessa mano e se si gioca in quel colore come Atout (cioè come briscola), a speciali premi di punteggio.
    Inoltre, le prime tre carte (A-R-D) si chiamano onori maggiori.
    Ora, avendo ciascun giocatore 13 carte, si avrà un totale di 13 prese composte da 4 carte ciascuna.
    Tranne casi particolari, di cui discuteremo in seguito, ciascuna presa spetta a quel giocatore, e quindi alla coppia di cui fa parte, che ha messo sul tavolo la carta più alta del colore giocato ad ogni turno. Questo che significa ?
    Significa che nel Bridge ha valore soltanto il numero delle prese che una coppia è in grado di vincere rispetto all'altra e non ha alcuna importanza né la qualità delle carte (una presa fatta con l'Asso o una fatta col 2 non fa differenza) né il momento in cui sono state vinte. Ma torniamo un pò indietro, al momento in cui è terminata la fase di distribuzione delle carte. A Bridge ciascuna smazzata è composta di due fasi: la parte "dichiarativa" (licitazione) e la "giocata" vera e propria. La dichiarazione non è nient'altro che un annuncio in cui ciascun giocatore, a partire dal distributore, specifica un numero da 1 a 7 seguito dal nome di un colore, se si desidera giocare ad Atout (cioè con quel colore come briscola), oppure dall'indicazione Senza Atout (SA), se si decide di giocare senza briscola. Il numero indica quante prese, al di sopra delle sei di base, lo stesso giocatore e il suo compagno si impegnano a fare se quel colore (o il SA) diventa la dichiarazione finale.
    Questo accade perché, per aggiudicarsi i premi partita, una linea deve fare, su un totale di 13 prese, almeno la metà delle prese (cioè 6) più una.
    Chiariamo con un esempio: supponiamo che io, a Sud, dichiaro, dopo aver visto le mie carte, 1 Cuori: ciò significa che, secondo me, io e il mio compagno di Nord riusciremo a fare 7 prese (6 di base + 1 dichiarata) con Atout Cuori (cioè utilizzando il colore di Cuori come seme di briscola).
    Ovest, il mio avversario di sinistra, dichiara 1 Picche superando e di fatto annullando la mia licita di 1 Cuori: dobbiamo ricordare, infatti, che ciascun giocatore, al proprio turno, deve sempre superare la licitazione precedente, con una dichiarazione migliore o maggiore, oppure deve dire "Passo", non potendo contrapporre alcuna licita.
    Il mio compagno, a Nord, annuncia 2 Quadri impegnando anche me a fare 8 prese con Atout Quadri e superando, quindi, tutte le aste precedenti.
    La fase dichiarativa si conclude quando tre giocatori di seguito hanno fatto "Passo" e cioè quando nessuno è in grado di contrapporre alcuna dichiarazione all'ultima licitazione. Sintetizzando, una licitazione deve sempre superare un'altra precedente (tranne il "Passo") come numero di prese maggiore (ES.: 1 Picche --> 2 Fiori) oppure, a parità di numero di prese, scegliendo un colore di rango più elevato come Atout (ES.: 2 Quadri --> 2 Picche).
    Ho anche detto, però, che a Bridge si può giocare a SA (cioè senza briscola): a questo riguardo, devo specificare che, a parità di numero di prese, la dichiarazione di SA supera ogni altra dichiarazione in Atout e quindi la scala ascendente delle dichiarazioni allo stesso livello è la seguente: 1 Fiori - 1 Quadri - 1 Cuori - 1 Picche - 1 SA e poi 2 Fiori - 2 Quadri - 2 Cuori - 2 Picche - 2 SA e così via.
    Se la dichiarazione finale è di SA vuol dire che nel successivo svolgimento del gioco ogni colore è uguale agli altri mentre invece se la dichiarazione conclusiva è a colore significa che quel colore avrà valore di Atout, col vantaggio che una qualsiasi carta di quel colore, giocata quando non si hanno carte di colore uguale a quella con la quale è iniziata la presa, consente di vincere la presa stessa (tecnica del "taglio").
    Fatemi sapere se qualcuno è interessato e se avete avuto difficoltà.
    Grazie a tutti e buono studio
    Ultima modifica di Kriss2; 27-03-2022 alle 18.00.44

  3. #3
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    Nessuno ?
    Avete domande da pormi ?

  4. #4
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    O tempora o mores!

    Non ti deprimere, comunque hai ragione, è il più bel gioco di carte che esista, un incrocio tra la briscola e il tressette.

    Di fatto la parte più bella del gioco è sicuramente la licitazione e il seguente studio della sequenza delle giocate che il padrone del gioco deve prevedere con grande cura e precisione.

    Infatti il bello del gioco è che la coppia che ha meno onori e che di regola sarebbe perdente, potrebbe vincere anche con una sola presa il contratto stipulato dalla coppia che impone il gioco.

    Come sarà possibile vedere in seguito, il gioco è sicuramente più avvincente se le coppie sono fisse e giocano da tanto tempo insieme: infatti oltre alla licitazione naturale che hai brevemente accennato, le coppie storiche possono mettere a punto un sistema personalizzato di licitazione che tragga in inganno la coppia avversaria.

    Grande il bridge, quante risate e mal di testa ai tempi dell'università


  5. #5
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    Grazie del tuo piacevole intervento, giofi83,
    nel Bridge è obbligatorio rispondere nel colore giocato dal primo giocatore; ad esempio, se un giocatore apre la mano con una carta di Quadri, gli altri tre dovranno giocare carte di Quadri, in successione.
    Soltanto nel caso in cui un giocatore ne fosse sprovvisto potrà giocare carte di altri colori, a sua scelta.
    E' importante sottolineare che la mancata risposta nel colore giocato dal primo giocatore, essendone in possesso, viene considerata dal regolamento internazionale una grave irregolarità (in gergo tecnico si chiama "renonce", in italiano "rifiuto"), anche se fatta per distrazione, e viene punita, ai danni di chi l'ha commessa, con la sottrazione di 2 prese alla fine della smazzata.
    Ora, dato che il numero delle prese totali in ciascuna smazzata è uguale a 13 e che queste si suddividono sulle due linee N/S e E/O in modo più o meno proporzionato, può accadere che una linea riesca a conseguire, ad esempio, 7 prese e l'altra 6, ma può accadere anche che una linea faccia tutte e 13 le prese, non concedendo agli avversari neanche il "contentino" di una misera presa.
    In tal caso, cioè quando una coppia riesce a realizzare 12 o 13 prese, si dice che ha realizzato uno Slam (in particolare un Piccolo Slam = 12 prese oppure un Grande Slam = 13 prese), la cui realizzazione viene premiata con un punteggio speciale.
    In generale, però, si può dire che anche il conseguimento di una sola presa in più (cioè 7 contro 6) rispetto agli avversari comporta l'acquisizione di un certo numero di punti, come vedremo in seguito quando illustrerò l'assegnazione del punteggio.
    Ma se le cose stessero in questo modo finirebbero per vincere solo coloro che fossero baciati dalla Dea "Fortuna", cioè quelli con tanti onori in mano (A o K o Q).
    Ecco che allora, per complicare la vita a noi poveri giocatori, entra in gioco la dichiarazione, che è una vera e propria arma a doppio taglio come vedremo nelle prossime lezioni, se avrete la pazienza e la costanza di seguirmi.
    Buone smazzate a tutti

    P.S. Invito gli utenti del Forum a seguire attivamente questi preziosi insegnamenti, anche a titolo di pura curiosità, e rendermi partecipe delle proprie impressioni
    Solo in questo modo il thread avrà motivo di essere e personalmente mi sentirò stimolato a migliorarne sempre più i relativi contenuti

  6. #6
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    Cari amici,
    possiamo considerare il Bridge, dal punto di vista cronologico, come la quinta "incarnazione", quella più moderna, del Whist; in quest'ultimo, la tecnica del gioco della mano è praticamente identica a quella del Bridge attuale con la sola differenza che l'Atout è determinato dal colore dell'ultima carta che viene distribuita e pertanto non esistono né la fase licitativa né la figura del "morto" (cosa che accade, ad esempio, nel Tressette).
    E' proprio a proposito della fase dichiarativa che mi preme chiarire alcuni concetti importanti.
    Sappiamo che la dichiarazione inizia dal momento in cui vengono distribuite le carte e termina nel momento in cui esse vengono giocate; sappiamo altresì che il "sistema" dichiarativo serve a prevedere il numero di prese che le due linee antagoniste cercheranno di realizzare durante la successiva giocata della mano.
    Intendo focalizzare ora l'attenzione sul fatto che tali dichiarazioni hanno valore di vero e proprio "contratto" (da cui deriva il nome di Bridge-Contratto dato al Bridge moderno) cioè vincolano i giocatori al loro mantenimento.
    Cosa significa ?
    Supponiamo che io e il mio compagno ci impegniamo a realizzare 8 prese sulle 13 totali della smazzata: qualora, alla fine della giocata, ne avessimo realizzate solamente 7, verremmo penalizzati, vale a dire che verrebbero assegnati dei punti ai nostri avversari anche se, all'atto pratico, abbiamo realizzato una presa più di loro.
    Ovviamente l'entità delle penalità è direttamente proporzionale al numero di prese in meno (tecnicamente si chiamano "prese down" o "prese di caduta") che la coppia ha conseguito,cioè a dire che se una linea realizza una presa in meno subirà una certa penalità, se realizza due prese in meno la penalità sarà doppia e così via.
    C'è da dire anche che se una linea valuta, sempre durante la fase dichiarativa, che la coppia avversaria si è impegnata al mantenimento di un contratto impossibile (perché, ad esempio, a suo giudizio, la dichiarazione si è spinta troppo in alto rispetto alle reali possibilità che le carte danno) potrà annunciare il "Contro" ("Contre" in francese, "Double" in inglese), che ha la proprietà di aumentare le penalità in cui incorrerebbero gli avversari (in caso di caduta).
    Nel caso in cui, però, il contratto venisse mantenuto, i punti realizzati da chi si era impegnato a mantenerlo verrebbero più che raddoppiati e quindi il Contro comporta anche dei rischi per chi lo effettua.
    Inoltre, come risposta ad un Contro esiste la dichiarazione di "Surcontro" ("Surcontre" in francese, "Redouble" in inglese) che moltiplica ulteriormente il punteggio, sia quello attivo in caso di mantenimento dell'impegno, sia quello passivo in caso di caduta.
    Torneremo a parlare del Contro e del Surcontro in seguito, con degli esempi specifici.
    In sintesi, quindi, è importante essere molto "oculati" durante la fase licitativa se si vogliono evitare delle figuracce indecorose, con gli avversari che sghignazzano a più non posso alle nostre spalle e che magari avevano delle carte più brutte delle nostre.
    Riesco già a prevedere la vostra obiezione: basta impegnarsi, direte voi, a fare un numero di prese inferiore rispetto alle possibilità offerte dalle nostre carte e di certo l'impegno verrà mantenuto, magari con qualche presa in più.
    Mi spiace deludervi ma anche questa non è una buona tattica.
    Le prese del contratto fatte in più, infatti, hanno un valore trascurabile: ai fini della conclusione e della vincita della partita è necessario dichiarare e mantenere un certo numero di prese.
    Ne deriva il fatto che più tempo impiegheremo per raggiungere questo numero, maggiore sarà il rischio che i nostri avversari possano giungere al traguardo della partita prima di noi, conseguendo magari un premio-partita molto elevato.
    Buon Natale e, come sempre, buone smazzate di Bridge !!!!!
    Ultima modifica di Kriss2; 22-12-2014 alle 18.10.22

  7. #7
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    Cari amici,
    desidero puntualizzare alcuni concetti che mi paiono importanti: la dichiarazione inizia dal mazziere, cioè dal giocatore che ha distribuito le carte, prosegue poi in verso orario con i giocatori successivi, e termina nel momento in cui, sull'ultima dichiarazione utile di uno qualsiasi dei giocatori, gli altri tre passano in successione.
    Dopo tre "Passo" consecutivi, quindi, la licitazione si considera conclusa e l'ultima dichiarazione effettuata diventa definitiva: può così iniziare la giocata delle carte.
    Facciamo un esempio di successione di dichiarazioni (Nord è il mazziere, detto anche distributore):

    Nord: Passo - Est: 1 Fiori - Sud: Contro - Ovest: 2 Fiori;
    Nord: Contro - Est: Passo - Sud: 2 Cuori - Ovest: Passo;
    Nord: 3 Fiori - Est: Passo - Sud: 3 Cuori - Ovest: Passo;
    Nord: 4 Cuori - Est: Passo - Sud: Passo - Ovest: Passo.

    In questo esempio, il contratto finale è di 4 Cuori, impegno che dovrà essere mantenuto dalla coppia N-S.
    Avremo, dunque, la coppia N-S in qualità di linea attaccante (perché si è aggiudicata la dichiarazione e deve ora "onorare" il contratto), mentre la coppia E-O avrà funzione di linea difensiva, cioè cercherà di impedire la realizzazione del contratto.
    Una cosa importantissima da dire è che tra i due giocatori in attacco uno soltanto avrà il compito di giocare la smazzata e precisamente quello che per primo ha annunciato il colore di Atout (o di SA), diventato poi definitivo con l'ultima dichiarazione.
    Nel nostro esempio, la mano verrà giocata da Sud che per primo ha proposto il colore di Cuori, indipendentemente dal fatto che l'ultima dichiarazione, quella definitiva, sia stata fatta da Nord.
    A questo punto, stabilito chi sia il giocante (o dichiarante, Sud nel nostro esempio), l'attacco (cioè la prima carta da giocare) spetta alla linea difensiva e precisamente al giocatore che segue immediatamente, sempre nel senso delle lancette dell'orologio, il dichiarante.
    Nell'esempio proposto, essendo Sud il dichiarante, la carta di attacco (che è importantissima, come vedremo) verrà giocata da Ovest.
    Non appena Ovest avrà "intavolato" la prima carta, Nord, che lo segue immediatamente e che dovrebbe giocare dopo di lui, stende le proprie carte sul tavolo, ordinate e divise per colori in modo che esse siano ben visibili a tutti, e assume il ruolo del cosiddetto "morto", cioè non è più parte attiva della smazzata (in pratica non deve fare nulla).
    Le carte del "morto", come già detto, verranno "manovrate" dal dichiarante e cioè da Sud, nell'esempio su esposto.
    La giocata procede poi regolarmente e il giocatore che avrà fatto la presa giocherà la prima carta della presa successiva e così via fino al termine della smazzata.
    Grazie e buona lettura

    P.S. Nel caso in cui tutti e quattro i giocatori passano, al primo giro licitativo, la smazzata viene considerata nulla e si passa a quella successiva, rimischiando le carte.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da giofi83 Visualizza Messaggio
    O tempora o mores!

    Non ti deprimere, comunque hai ragione, è il più bel gioco di carte che esista, un incrocio tra la briscola e il tressette.

    Di fatto la parte più bella del gioco è sicuramente la licitazione e il seguente studio della sequenza delle giocate che il padrone del gioco deve prevedere con grande cura e precisione.

    Infatti il bello del gioco è che la coppia che ha meno onori e che di regola sarebbe perdente, potrebbe vincere anche con una sola presa il contratto stipulato dalla coppia che impone il gioco.

    Come sarà possibile vedere in seguito, il gioco è sicuramente più avvincente se le coppie sono fisse e giocano da tanto tempo insieme: infatti oltre alla licitazione naturale che hai brevemente accennato, le coppie storiche possono mettere a punto un sistema personalizzato di licitazione che tragga in inganno la coppia avversaria.

    Grande il bridge, quante risate e mal di testa ai tempi dell'università

    In merito alle intese tra i due partner, l'articolo 40 del Codice di Gara, promulgato dalla Federazione Mondiale di Bridge, proibisce le intese segrete di una coppia: "Un giocatore non può fare una chiamata o una giocata basate su una speciale intesa tra compagni di coppia, a meno che la coppia avversaria non sia ragionevolmente in grado di poterne capire il significato, o a meno che la sua linea non abbia spiegato l'uso di tali chiamate o giocate secondo quanto stabilito dalle regole dell'organizzazione responsabile."
    Tornerò a parlare in seguito di questo punto ma era necessaria una puntualizzazione.
    A presto, grazie

  9. #9
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    Come già sapete,ciascun giocatore ha la facoltà di poter fissare,per un certo impegno,un colore predominante denominato "colore di Atout",che ha un valore superiore a tutti gli altri in quella smazzata.
    Vuol dire che qualsiasi carta del colore di Atout ha una capacità di presa superiore alle carte degli altri colori,anche di maggior valore.
    Ad esempio,considerando il colore di Fiori come seme di Atout,avremo:

    N: 10 Cuori - E: Asso Cuori - S: 2 Fiori - O: 9 Cuori

    Sull'uscita a Cuori di Nord,Est risponde con l'Asso di Cuori,Sud passa il 2 Fiori (seme di Atout) e Ovest,infine,mette il 9 di Cuori.
    La presa viene così realizzata da Sud.
    Più precisamente,si dice che Sud ha "tagliato" la presa con una carta di Atout,ma ciò può accadere soltanto nel caso in cui si siano esaurite tutte le carte del colore giocato oppure che non se ne abbiano mai avute (nell'esempio sopra riportato,è evidente che Sud non possiede più carte di Cuori perché altrimenti sarebbe stato obbligato a rispondere nel colore di uscita di Nord).
    Ovviamente,la possibilità di tagliare compete a tutti i giocatori,una volta prestabilito il seme di Atout,sempre nel caso in cui essi abbiano esaurito tutte le carte del seme giocato e che possiedano carte di Atout.
    Nell'esempio,anche Ovest avrebbe potuto giocare,non avendo più carte di Cuori,una carta di Fiori superiore al 2 di Sud e aggiudicarsi la presa:

    N: 10 Cuori - E: Asso Cuori - S: 2 Fiori - O: 7 Fiori

    In modo più preciso,si dice che Ovest ha "surtagliato" la presa; quando più giocatori tagliano,la presa viene aggiudicata a colui che ha giocato la carta di Atout di maggior valore,come è intuitivo.
    La possibilità del "taglio" introduce un elemento di forte dinamicità nel gioco del Bridge (in particolare nella dichiarazione) perché può accadere,e spesso accade,che con un certo colore di Atout una coppia (ad esempio N-S) si impegni a realizzare un certo numero di prese,ma con un altro colore di Atout l'altra coppia (E-O) possa impegnarsi a realizzarne altrettante,se non di più.
    Supponiamo,per assurdo,che la linea N-S possieda tutte le 13 carte (dall'A al 2) di Cuori mentre la linea E-O possieda le 13 carte di Picche: è chiaro che ciascuna linea potrà impegnarsi a realizzare tutte le 13 prese se come Atout verrà scelto il seme da lei posseduto.
    Perché ?
    Perché,non avendo carte di altri semi,qualsiasi carta venga giocata potrà essere tagliata dalla linea che,nella fase licitativa,ha imposto il suo colore migliore come colore di Atout.
    Qualcuno potrebbe obiettare che tale distribuzione "sbilanciata" è impossibile che possa verificarsi: capita molto spesso,però,che ciascuna coppia possa avere una netta predominanza in colori diversi e che quindi le possibilità di presa siano variabili in base alla scelta del colore di Atout da parte della linea.
    Non è difficile prevedere in questi casi che si scatenerà una vera e propria battaglia licitativa a colpi di licite sempre più elevate,fino ad arrivare ad un limite oltre il quale sarebbe impossibile mantenere il contratto (molto spesso tale limite viene superato e la coppia può incorrere in forti penalità).
    Una delle due linee,ad un certo punto,dovrà rassegnarsi a passare mentre l'altra dovrà mantenere il contratto a cui si è impegnata.
    Per terminare,faccio una doverosa precisazione: non è obbligatorio fissare un seme di Atout.
    Qualora una linea disponesse di una distribuzione,per così dire,"bilanciata",cioè equilibrata nella formazione dei quattro semi,potrà benissimo impegnarsi in un contratto di "Senza Atout" (SA).
    In tal caso lo svolgimento della giocata,com'è ovvio,non prevede la possibilità di tagli.
    Buona lettura e buone smazzate

    P.S. Tornerò a parlare delle distribuzioni nel Bridge in un apposito articolo


  10. #10
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    Una partita completa di Bridge, che in inglese viene chiamata rubber, si suddivide in due parti chiamate manches in francese.
    Ciascuna manche è di 100 punti; ciò vuol dire che ciascuna coppia dovrà conseguire 100 punti (o anche di più) a suo favore una prima volta, quindi si ripartirà da zero e la stessa coppia dovrà di nuovo raggiungere (o superare) i 100 punti. Se vi riuscirà prima dell'avversario, non solo avrà vinto il rubber ma verrà anche premiata con altri 700 punti se nel frattempo la linea avversaria è ancora "in prima" (cioè se non ha concluso neanche la prima manche) oppure con 500 punti nel caso in cui la coppia avversaria è "in seconda" (cioè se ha già concluso la prima manche).
    Preciso che i punti validi ai fini del conseguimento della partita (cioè delle due manches) sono esclusivamente quelli ottenuti dichiarando e realizzando le prese dei contratti delle singole smazzate che compongono il rubber, mentre i punti di penalità per prese di caduta vengono conteggiati agli effetti del bilancio finale ma non hanno valore ai fini della chiusura del rubber.
    Le prese con Atout Quadri o Fiori (cioè nei semi minori) hanno il valore di 20 punti ciascuna, quindi per chiudere una manche in una sola smazzata si deve dichiarare e realizzare un contratto di 5 Fiori o di 5 Quadri (20x5=100), cioè 11 prese totali.
    Le prese con Atout Picche o Cuori (semi nobili) valgono invece 30 punti ciascuna, ciò significa che per realizzare la manche in una singola smazzata basta dichiarare 4 Picche o 4 Cuori (30x4=120), facendo 10 prese totali.
    Le prese a SA, infine, mediamente valgono 30 punti, ma c'è una differenza sostanziale: essendo, in pratica, il SA un "super-colore" superiore gerarchicamente ai quattro semi "reali" delle carte francesi, la prima presa dichiarata a SA vale 40 punti, il che significa che la dichiarazione di 3 SA (9 prese totali) è sufficiente a chiudere la manche (40+30+30=100).
    Rivediamo, quindi, la scala dei punteggi dei contratti dichiarati e mantenuti:

    1 SA = 40 punti; 2 SA = 70 punti; 3 SA = 100 punti (manche);
    1 Picche/1 Cuori = 30 punti; 2 Picche/2 Cuori = 60 punti; 3 Picche/3 Cuori = 90 punti; 4 Picche/4 Cuori = 120 punti (manche);
    1 Quadri/1 Fiori = 20 punti; 2 Quadri/2 Fiori = 40 punti; 3 Quadri/3 Fiori = 60 punti; 4 Quadri/4 Fiori = 80 punti; 5 Quadri/5 Fiori = 100 punti (manche).

    I punteggi di manche possono essere ottenuti anche in modo parziale (ad esempio, 3 Fiori = 60 punti nella prima mano e 1 SA = 40 punti nella seconda smazzata, totalizzando così 100 punti in due smazzate); ribadisco, però, che se una delle due coppie chiude la prima manche ripartendo da zero per la seconda, automaticamente anche gli avversari ripartono da zero.

    Le eventuali prese fatte in più rispetto a quelle dichiarate hanno lo stesso valore delle altre, ma il loro punteggio verrà scritto nella colonna dei punti per le penalità avversarie e quindi non hanno valore ai fini del conseguimento del rubber.
    I premi per lo Slam sono:

    Piccolo Slam (12 prese) in prima: 500 punti;
    Piccolo Slam in seconda: 750 punti;
    Grande Slam (13 prese) in prima: 1000 punti;
    Grande Slam in seconda: 1500 punti.

    Altri premi vengono assegnati in caso di possesso di 4 o 5 onori (A,K,Q,J,10) nel colore di Atout.
    Premi speciali vanno al giocatore che mantiene un impegno "contrato" (cioè che ha avuto il "Contro" dell'avversario) o "surcontrato": mantenere un impegno contrato comporta un premio di 50 punti e il raddoppio delle prese realizzate (quest'ultimo ha valore anche ai fini della chiusura della manche).
    Ovviamente, nel caso di impegni surcontrati e mantenuti, il valore delle prese viene moltiplicato per 4 e vale agli effetti della chiusura.
    Per quanto riguarda, infine, i punti per le prese in meno (che vanno agli avversari) realizzate da un giocatore, essi sono:

    50 punti per ciascuna presa down con l'avversario in prima;
    100 punti per ciascuna presa down con l'avversario in seconda;
    100 punti per la prima presa down contrata/200 punti per le successive con l'avversario in prima;
    200 punti per la prima presa down surcontrata/300 punti per le successive con l'avversario in seconda.

    Il segnapunti del Bridge, denominato "Score", è costituito, nella sua forma più semplice, da una linea verticale su un foglio bianco che separa due colonne: una è riservata alla coppia N-S e l'altra alla coppia E-O.
    Una seconda linea orizzontale, che interseca quella verticale più o meno a metà del foglio, separa altre due zone, una inferiore e l'altra superiore: nella parte inferiore vanno segnati i punti relativi ai contratti dichiarati e mantenuti (cioè il conto partita) mentre nella parte superiore vengono scritti i punti che valgono agli effetti del bilancio totale (cioè il conto economico) ma che non incidono sul conto partita (vale a dire i punti per le prese in più e i punti di penalità per le prese in meno fatte dagli avversari).
    Lo score (vedi link) dà delle indicazioni importanti in relazione all'andamento della partita: ad esempio, se dallo Score rileviamo che io e il mio compagno siamo ancora in prima mentre i nostri avversari sono già "in zona" (in francese si dice "vulnerabili"), è chiaro che dovrò impostare, insieme al mio partner, un gioco difensivo (se gli avversari vincono altri 100 punti ne avranno 700 di premio).
    Lo Score è importante anche per decidere se è meglio dichiarare un contratto parziale o meno: avendo, ad esempio, già 70 punti in conto partita, posso dichiarare un contratto parziale di 30 punti (ad es.,di 1 Picche) che mi consentirebbe di chiudere la manche.
    Termino questa breve esposizione sui punteggi nel Bridge dicendo a tutti voi di non preoccuparvi di questa complicata contabilità poiché ciò che realmente interessa è conoscere i conteggi della zona inferiore dello Score, cioè quelli più importanti ai fini della chiusura della partita e che non sono difficili da ricordare.
    Col tempo, attraverso la pratica, avrete modo di imparare gli altri punteggi, senza accorgervene.
    Buono studio


    P.S. Una doverosa precisazione: il sistema di punteggio che ho spiegato sopra è relativo al gioco cosiddetto di "partita libera", vale a dire quello svolto in ambito casalingo o di circolo (Rubber Bridge - Wikipedia).

    Nei tornei di duplicato (a squadre) e nei tornei a coppie il sistema di conteggi è leggermente differente: se ne avrò occasione ne riparleremo.


  11. #11
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    Al fine di valutare la forza delle carte appartenenti ad un giocatore, ossia la loro potenziale capacità di fare delle prese, si è stabilito di assegnare dei valori convenzionali alle carte più alte (Asso, Re, Donna e Fante) di ciascun colore, poiché è proprio il possesso di tali carte alte che potrà permetterci di considerare la nostra mano debole o forte e quindi impegnarci tranquillamente nei vari livelli licitativi.
    E' evidente, però, che si tratta di una valutazione puramente teorica; anche un A potrebbe non avere alcuna capacità di presa qualora venisse tagliato da una carta di Atout avversaria e pertanto il fatto di averlo valutato come una carta "buona" si sarà rivelato soltanto una previsione sbagliata.
    In ogni modo, a poco a poco imparerete a ridimensionare tale valutazione teorica in base a quegli elementi che la dichiarazione di volta in volta sarà in grado di fornire.
    Il metodo della valutazione delle carte mediante il cosiddetto "punteggio-onori" (P.O.), da non confondere con i punti-partita, che andrò ad illustrare e al quale mi atterrò nel seguito della mia esposizione, consente, con una buona approssimazione, di stimare la consistenza della mano in modo da poterla "sommare" con quella del partner e decidere quale può essere il contratto migliore per la linea.
    La scala originale, dovuta a Culbertson, padre del moderno Bridge, prevedeva l'assegnazione di 1 punto alla carta o a quei gruppi di carte che avessero consentito la realizzazione di una presa e di 1/2 punto alle carte che avessero consentito la presa il 50% delle volte.
    Questo sistema attualmente è stato quasi del tutto abbandonato (sono pochissimi coloro che ancora adottano la scala Culbertson) a causa delle imprecisioni che comporta e della scomodità di conteggiare i mezzi punti e qualche volta anche i quarti di punto.
    La scala che viene oggi utilizzata in tutti i tavoli del mondo è stata ideata da Milton Work (scala M.W.) e fatta conoscere dal campione francese Albarran tanto da divenire conosciuta universalmente come punteggio Albarran.
    Essa prevede il seguente punteggio-onori:

    A = 4 punti;
    K = 3 punti;
    Q = 2 punti;
    J = 1 punto.

    Il "10" non viene considerato.
    Questa scala di punteggi, rispetto a quella inventata da Culbertson, non considera le carte in rapporto alle altre e inoltre è matematicamente più precisa poiché tiene conto delle reali possibilità statistiche di presa delle carte onori più grandi.
    Il K, ad esempio, ha 3 probabilità su 4 di realizzare una presa, non il 50%: nel caso che l'A sia in mano al giocatore che possiede il K, nel caso che l'A sia in mano al suo compagno e infine nel caso che l'A sia in mano all'avversario che lo precede.
    Inoltre, se ci pensate un attimo, converrete con me se vi dico che il possesso di A e K in un seme non corrisponde al possesso di due A poiché, nel caso in cui il seme non sia di Atout, le possibilità che il K venga tagliato aumentano al passare dei giri e quindi mentre è estremamente difficile tagliare l'A, se il seme è giocato per la prima volta, è molto più frequente che al secondo giro lo possa essere (e di conseguenza anche il K).
    Per ciascun colore avremo, dunque, 10 P.O. (A+K+Q+J = 4+3+2+1 = 10) e per ogni smazzata saranno disponibili 40 P.O. totali (10 per ciascun colore).
    Mediamente ciascun giocatore dovrebbe disporre di 10 P.O. per ogni smazzata.
    E' logico pensare che un giocatore che abbia soltanto 10 P.O., cioè la media, non potrà realizzare un numero di prese maggiore rispetto a quelle di altri giocatori e pertanto non potrà aprire la dichiarazione impegnandosi alla realizzazione del numero minimo di prese, cioè 7.
    Lo stesso ragionamento vale anche per mani di 11 P.O.: se statisticamente gli altri giocatori hanno rispettivamente 10, 10 e 9 P.O., c'è sempre una probabilità su tre che chi possiede i 9 P.O. sia il nostro compagno, ma anche nel caso che egli possieda 10 P.O., il vantaggio di 2 punti (21 P.O. contro i 19 P.O. degli avversari) non garantisce la realizzazione di una presa in più (7 contro 6).
    In base ai concetti più moderni, si è deciso che una mano con 12 P.O. è senza dubbio la più adatta all'apertura della dichiarazione.
    Illustrerò meglio in seguito tale concetto ma per ora vi esorto a non distinguere tra "12 punti belli" e "12 punti brutti", come accade spesso tra giocatori anche discreti.
    I punti sono numeri, non sono né belli né brutti.
    Limitatevi a sommarli senza "libere interpretazioni" basate su criteri che non hanno alcun fondamento scientifico.
    Ci sono giocatori che "passano" con 12 P.O. considerati "brutti" e altrettanti partner che, a loro volta, sono "passati" sempre con 12 P.O.
    Con 24 P.O. tra le due mani di una linea si realizzano dei buoni contratti ma spesso si decide di passare a causa di strane valutazioni, perdendo la possibilità di assumere dei facili impegni.
    Per concludere, ecco alcuni esempi di mani adatte all'apertura dichiarativa:

    P: A-Q-x-x ------------------------------------------------- P: Q-x-x -------------------------------------------------- P: x-x-x
    C: J-10-x-x ------------------------------------------------ C: K-Q-x -------------------------------------------------- C: A-K-Q-x
    Q: K-x-x --------------------------------------------------- Q: Q-J-x-x ------------------------------------------------ Q: K-x-x
    F: Q-J ----------------------------------------------------- F: Q-J-10 ------------------------------------------------- F: Q-x-x

    (13 P.O.) ----------------------------------------------------(13 P.O.)-------------------------------------------------- (14 P.O.)

    Grazie dell'attenzione e, come sempre, buono studio


    P.S. La x indica una scartina (cioè una carta senza alcun valore di presa, di solito compresa tra 2 e 9).

  12. #12
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    Una mano di Bridge non ha valore soltanto per la sua forza-onori ma va tenuto conto anche della sua forza distribuzionale, cioè del modo in cui le carte sono distribuite in essa.
    La distribuzione ha più valore quanto più è "sbilanciata", vale a dire con molte carte in pochi colori e poche carte (o nessuna) in altri, e spesso tale valore è predominante rispetto alla forza-onori.
    Bisogna però fare attenzione poiché mentre la forza-onori è condizionata soltanto dalla posizione favorevole delle carte avversarie, oltre che dagli Atout avversari, la forza distribuzionale è condizionata da due fattori ben più importanti: innanzitutto dal riuscire ad imporre un certo colore come Atout e poi dal trovare in mano al partner i necessari complementi (nel gergo del Bridge si dice "trovarsi in presenza di FIT", cioè di accordo sul colore di Atout "giusto", che è, per definizione, quello in cui si hanno più carte il più equamente suddivise tra le due mani e che la loro somma non sia inferiore a 8).
    In conseguenza di ciò, suggerisco di dare, nella fase iniziale della valutazione, più importanza alla forza-onori tenendo conto solo in seguito della forza distribuzionale, man mano che le informazioni che provengono dalla fase licitativa consentiranno di valutarne le reali potenzialità.
    Vediamo di chiarire tali concetti con un esempio; guardiamo queste due mani:

    1) P: A-K-Q-F-10-9-8-7 ----- C: 6-5 ----- Q: 4,3 ----- F: 2
    2) P: A-K ----- C: Q-J-10 ----- Q: 9-8-7-6 ----- F: 5-4-3-2

    Entrambe le mani contengono 10 P.O., ma mentre con la prima, imponendo il seme di Picche come colore di Atout, si potranno realizzare 8 prese certe, con la seconda se ne potranno realizzare al massimo 3 (due a Picche e una probabile a Cuori), a prescindere dal colore di Atout prescelto (che, tra l'altro, non saprei scegliere).
    Ipotizziamo ora che i nostri avversari dichiarino un contratto, abbastanza alto, di 5 Fiori (11 prese totali con Atout Fiori).
    E' evidente che con la prima mano sarebbe un suicidio dichiarare 5 Picche poiché andremmo "down" di 3 prese ma, d'altra parte, se permettessimo agli avversari di giocare il contratto di 5 Fiori al massimo potremmo aggiudicarci soltanto l'A di Picche (sempre se non venisse tagliato prima).
    Con la seconda mano invece, data la lunghezza esigua dei colori, due prese a Picche sarebbero certe e una a Cuori sarebbe probabile, nel qual caso con le sole nostre carte (supponendo che il nostro partner non faccia prese) il contratto avversario sarebbe battuto.
    Quindi, da quello che abbiamo visto, è chiaro che mentre le mani a distribuzione regolare nei vari colori hanno un valore che rimane praticamente identico sia nel caso che il contratto finale venga giocato da chi le possiede sia nel caso che lo giochi l'avversario, le mani a distribuzione irregolare hanno valore soltanto nel caso che si riesca a imporre il proprio colore come Atout, ma sono più deboli nel caso in cui sia l'avversario a imporre il proprio.
    Di questo fatto dovremo tenere massimo conto in fase di valutazione preventiva, intervenendo attivamente durante la dichiarazione con mani sbilanciate, mentre nel caso di mani più bilanciate dovremo essere prudenti in quanto la loro capacità di presa dipende direttamente dalla loro forza-onori e quindi, se da una parte sarà difficile realizzare contratti ad alto livello (a meno che non possediamo una forza-onori notevole), dall'altra sarà più facile realizzare quelle 3 o 4 prese sufficienti a far cadere il contratto avversario nel caso in cui questo si è spinto troppo oltre nella licitazione.
    Concludo dicendo che anche alle diverse distribuzioni è possibile dare una scala di valori, con qualche artificio che vedremo in seguito, e che a tale scala di valori verrà dato il nome di punteggio-distribuzionale (P.D.).
    Potremo assegnare, in tal modo, un valore "quantitativo" globale alla nostra mano, dato dalla somma dei P.O. con i P.D., che ci consentirà di valutare, con la giusta approssimazione e tenendo conto anche delle carte in mano al nostro compagno, il livello da raggiungere con il contratto.
    A presto, cari amici, e come sempre buone smazzate

  13. #13
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    Prima di illustrare il metodo "classico" di assegnazione del punteggio distribuzionale (P.D.) di una mano di Bridge, è bene chiarire che il sistema di punteggio Milton-Work, relativo al conteggio dei punti-onori (P.O.) e da me descritto nei paragrafi precedenti, risulta valido in modo particolare per quei contratti finali che si giocano a SA, proprio perché, come già detto in precedenza, ciascuna carta conserva il suo valore fino al termine della smazzata.
    Nel gioco ad Atout invece, la possibilità di effettuare tagli altera i valori di Assi, Re, Donne e Fanti e determina nuovi valori relativi alle carte di Atout possedute da ciascuna mano.
    Intendo farvi capire che è molto difficile, da un punto di vista matematico, poter attribuire un punteggio ai valori distribuzionali e i molti teorici del Bridge che lo hanno fatto hanno ottenuto come unico risultato quello di "intimorire" soprattutto i principianti, i quali si sentivano, loro malgrado, trasformati in esperti contabili ogni volta che si accingevano ad esaminare le proprie carte.
    Del resto, la difficoltà matematica non è neanche l'unico ostacolo alla determinazione della scala di valori da assegnare ad una distribuzione in quanto il problema che realmente è impossibile da risolvere è quello di sommare quantità eterogenee e di ottenere un "valore totale" da utilizzarsi come indicazione "assoluta" della forza complessiva di una linea (cioè delle carte di un giocatore e di quelle del suo compagno).
    Tale assunto è irrealizzabile.
    La cosa migliore sarebbe quella di acquisire la conoscenza diretta, cioè attraverso la pratica, dei valori connessi a ciascuna distribuzione da parte di un giocatore e che lo stesso giocatore, in seguito, continui ad affinare in modo graduale la propria tecnica dichiarativa.
    A quei giocatori che comunque vogliono conoscere come possono attribuirsi valori distribuzionali in aumento o in diminuzione al punteggio Milton-Work suggerisco di utilizzare il metodo Goren (grande campione americano e teorico del Bridge scomparso nel 1991, a novanta anni) che è più semplice da ricordare:

    - per ogni colore con solo 2 carte (doubleton): 1 P.D.
    - per ogni colore con solo 1 carta (singleton): 2 P.D.
    - per mancanza di carte in un colore (chicane): 3 P.D.
    - per ogni carta in più oltre le 4 in un colore: 1 P.D.

    ESEMPIO:

    P: A-x-x-x-x
    C: K-x
    Q: x-x
    F: A-Q-x-x

    La mano sopra riportata contiene 13 P.O. (4+3+4+2) e 3 P.D. (1 P.D. per il colore di Picche quinto, 1 P.D. per il doubleton a Cuori, 1 P.D. per il doubleton a Quadri) per un totale di: 13 P.O. + 3 P.D. = 16 punti complessivi della mano.
    Ribadisco che, a prescindere dal metodo utilizzato, rimane inalterato il concetto che i valori relativi alla distribuzione devono essere considerati solo se la mano consente di avere un buon fit con quella del compagno, cioè quando esiste un accordo sul seme di Atout (almeno 8 carte in totale) in cui giocare il contratto finale.
    Deve essere anche chiaro che una mano contenente Asso e Re è senz'altro preferibile ad un'altra con punteggio equivalente (ad es., tre Donne e un Fante) ma dato da Donne e Fanti e anzi, a tal proposito, sottolineo che eventuali Donne e Fanti non accompagnati da altre carte dello stesso seme devono essere esclusi dal calcolo del punteggio distribuzionale della mano.
    Nelle sequenze previste dai vari sistemi dichiarativi può accadere che il punteggio massimo indicato per una determinata apertura si identifichi col punteggio minimo richiesto da un'altra apertura e ciò accade proprio perché la "qualità" degli onori è tale da far classificare una determinata mano del primo o del secondo tipo e quindi, in ultima analisi, da orientare la scelta della dichiarazione più adatta.
    Buono studio

  14. #14
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    Quanti punti-onori sono necessari, non considerando altri fattori, ad una linea di giocatori per il mantenimento di un contratto di chiusura di manche con una probabilità sufficientemente elevata, ad esempio superiore ai due terzi ?
    Per mantenere un contratto di 3 SA sono necessari almeno 25 P.O. ripartiti tra le due mani ma occorre anche avere dei "fermi" (o "tenute") in tutti i colori. Cosa sono i "fermi" (detti anche "carte di tenuta") ?
    Come sapete, nel gioco a SA non c'è la possibilità di tagliare e ciò significa che dobbiamo essere in grado di "fermare", dopo due o tre giri giocati in quel colore, il colore di attacco degli avversari, che con tutta probabilità sarà il migliore da loro posseduto.
    E' doveroso fare, però, una precisazione: la probabilità di mantenere un impegno con i punteggi da me indicati, qualunque sia il contratto che si gioca (non soltanto nel caso di 3 SA), è direttamente proporzionale ad una distribuzione "regolare" dei punti-onori tra le due mani (del giocante e del morto).
    Facciamo un esempio: nel caso di 3 SA citato sopra, è molto più facile mantenere l'impegno contrattuale se un giocatore ha 13 P.O. e l'altro 12 P.O. piuttosto che nel caso che un giocatore abbia 23 P.O. e l'altro 2 P.O.
    In questi casi, cioè quando la distribuzione dei punti-onori è molto sbilanciata a favore di uno dei due partner di una linea, è più saggio dichiarare 3 SA con 26-27 P.O. piuttosto che con 25 P.O.
    Per i contratti di 4P o di 4C sono necessari 26-27 P.O. distribuiti tra le due mani ed un FIT di almeno 8 carte nel colore di Atout.
    Per i contratti di 5Q o di 5F sono necessari 28-29 P.O. e 8 Atout.
    Per il Piccolo Slam ad Atout ci vogliono 31-32 P.O. e 8-9 carte di Atout, mentre per quello a SA sono necessari 33-34 P.O.
    Per concludere, sono indispensabili 37-38 P.O. per un contratto di Grande Slam.
    I punteggi potranno essere diminuiti, nel caso di impegni ad Atout, in proporzione allo sbilanciamento delle mani dei giocatori. Questo vuol dire che se un giocatore ha un certo numero di carte di Atout e manca totalmente di carte di un altro colore, egli potrà immediatamente tagliare il colore mancante per cui questa mancanza di carte (che in teoria equivale a 0 P.O.) in pratica è come se corrispondesse al possesso dell'A e del K in quel colore.
    E' possibile fare lo stesso ragionamento anche in caso di presenza di un singleton (cioè di una sola carta): è sufficiente cedere la prima presa e, in seguito, sarà possibile tagliare la seconda e tutte le successive con la stessa capacità di presa corrispondente al possesso del K e della Q in quel colore.
    Sintetizzando, la presenza di un singleton o di una chicane (cioè l'assenza totale di un seme), se accompagnata dal possesso di un buon numero di carte di Atout, eleva il valore delle due mani e dà la possibilità di abbassare in proporzione quei minimi di punteggio che ho illustrato sopra, punteggio che è necessario alla realizzazione di un contratto di manche.
    Riguardo alla necessità di possedere almeno 8 carte in un colore, c'è da dire che la distribuzione di Atout più favorevole è quella che vede 4 carte nelle mani di ciascun giocatore (cioè 4 carte di Atout, ad esempio, in mano a Nord e 4 carte di Atout in mano a Sud).
    In pratica, però, accade, soprattutto tra giocatori principianti, di dover giocare con un seme di Atout costituito da 7 carte complessive tra le due mani. In questo caso è necessario che le 7 carte siano distribuite in modo tale da avere 5 carte in mano ad un giocatore e 2 in mano all'altro, così che uno dei due giocatori della linea abbia una predominanza di lunghezza nel colore rispetto agli avversari.
    Giocare con un seme di Atout di 7 carte, distribuite 4-3, è un suicidio; basterà che le 6 rimanenti carte in mano agli avversari siano distribuite 4-2 anziché 3-3, perché il dichiarante, volendo eliminare le Atout avversarie, sia costretto a giocare tutte e quattro le sue carte. Ciò significa rassegnarsi a lasciare le Atout agli avversari, il che è pericoloso in quanto anche loro in questo modo possono tagliare, oppure giocare tutte le proprie per togliergliele e a questo punto il dichiarante si ritroverà a giocare come a SA, non avendo più la possibilità di tagliare.
    Riepilogando, dunque, i limiti di sviluppo di una buona dichiarazione saranno:

    20 - 23 P.O. = limite per un contratto parziale;
    24 - 25 P.O. = limite per un contratto di manche a SA;
    26 - 28 P.O. = limite per un contratto di manche a colore maggiore (Picche/Cuori);
    29 - 30 P.O. = limite per un contratto di manche a colore minore (Quadri/Fiori);
    31 - 33 P.O. = limite per un probabile contratto di Piccolo Slam (12 prese totali);
    34 - 36 P.O. = limite per un contratto di Piccolo Slam;
    37 - 40 P.O. = limite per un contratto di Grande Slam (13 prese totali).

    Tali limiti dovranno essere tenuti in debita considerazione da tutti i giocatori al fine di evitare che gli impegni assunti durante la fase dichiarativa siano troppo eccessivi o troppo miseri rispetto alle effettive possibilità offerte dalle rispettive carte ma, allo stesso tempo, non vanno interpretati come limiti assoluti.
    A questo proposito, possiamo dire che l'80% dello sviluppo dichiarativo potrà avere una conclusione aderente ai limiti "probabilistici" prestabiliti dalla tabella sopra riportata ma rimangono un 10% di mani che, a causa della favorevole posizione delle carte avversarie, consentiranno la realizzazione di contratti superiori a quelli indicati in teoria e un altro 10% di mani che, per motivi opposti, non riusciranno a conseguire un contratto contenuto nei limiti di forza che esse hanno.
    Ciò non deve stupire perché fa parte delle caratteristiche del Bridge che rappresentano quell'elemento di attrazione indispensabile alla sua natura. La cosa importante da sottolineare è che i rapporti tra punteggio-onori e numero di prese sopra citati si riferiscono a punteggi più o meno equamente distribuiti tra le due mani. E' logico che, se quasi tutto il punteggio si trova in una sola mano, ci saranno delle evidenti difficoltà di comunicazione e, in questo caso, la forza totale delle due mani risulterà diminuita.
    Buono studio

  15. #15
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    A Bridge, la prima cosa che un bravo giocatore deve fare, dopo che gli sono state distribuite le carte, è quella di effettuare la valutazione delle possibilità che la sua mano può offrirgli. Oltre ai punti-onori, è opportuno controllare anche la distribuzione nei vari semi per valutare se la mano è più adatta ad un gioco ad Atout o a SA, e se ha un valore offensivo (cioè se ci da' la possibilità di giocare un certo contratto) oppure difensivo (cioè se si deve lasciar giocare un contratto all'avversario nella speranza di non farglielo mantenere).
    Possiamo assumere come criterio generale quello di ritenere offensive le mani con distribuzione irregolare e senza onori di testa (K, Q, J), mentre le mani a distribuzione regolare e con onori di testa (A, K) hanno buone capacità difensive.
    Classifichiamo dunque le mani in base ai diversi tipi di distribuzione:

    MANI BILANCIATE:
    -----------------
    4-3-3-3 (un solo seme quarto e tutti gli altri di 3 carte);
    4-4-3-2 (due colori quarti, uno terzo e uno rappresentato da due sole carte).

    MANI SEMIBILANCIATE:
    ---------------------
    5-3-3-2 (un colore quinto, due terzi e uno di due sole carte)

    Tutte le altre mani che non rientrano nei tre tipi su riportati sono considerate sbilanciate.
    Classifichiamo le mani sbilanciate:

    MANI MONOCOLORI (con almeno sei carte in un colore):
    -----------------
    6-3-2-2
    6-3-3-1
    7-2-2-2
    7-3-2-1
    7-3-3-0
    ecc.

    MANI BICOLORI (due colori di cui uno almeno quinto):
    ---------------
    5-4-2-2
    5-4-3-1
    5-5-2-1
    5-5-3-0
    6-4-2-1
    6-4-3-0
    6-5-1-1
    ecc.

    MANI TRICOLORI (tre colori almeno quarti):
    ----------------
    4-4-4-1
    5-4-4-0

    Ribadisco che il valore delle mani bilanciate è in rapporto diretto con la loro forza onori, mentre nel caso delle mani sbilanciate l'irregolarità della distribuzione è determinante ai fini della valutazione della mano stessa.
    Facciamo un esempio:

    P: K-Q-J-9-8-2
    C: -
    Q: K-Q-J-10-4-3
    F: 2

    Con soli 12 P.O. si possono realizzare 10 prese ad Atout P o Q (basta cedere i tre Assi di P, Q e F e tagliare le eventuali Cuori per mantenere il contratto).
    Se permettessimo ai nostri avversari di giocare la mano con Atout C o F, invece, è palese che potremmo realizzare al massimo una o due prese poiché al secondo giro le nostre P e le nostre Q verrebbero inesorabilmente tagliate.
    Pertanto, quando possediamo mani particolarmente offensive, dovremo imporre la nostra dichiarazione anche a costo di superare il limite di sicurezza, dato che un'eventuale caduta (di una o due prese) sarà, dal punto di vista del punteggio, sempre più conveniente che non permettere agli avversari di mantenere il proprio contratto.
    Vediamo una smazzata completa:

    SUD:
    ----
    P: 6-5
    C: K-9-5
    Q: 8-5-2
    F: K-7-6-5-3

    NORD:
    -----
    P: K-Q-J-9-8-2
    C: -
    Q: K-Q-J-10-4-3
    F: 2

    OVEST:
    ------
    P: 7
    C: J-10-7-6-2
    Q: A-9-6
    F: A-9-8-4

    EST:
    ----
    P: A-10-4-3
    C: A-Q-8-4-3
    Q: 7
    F: Q-J-10

    La linea E-O dichiara e mantiene il contratto di 6 Cuori (Piccolo Slam) totalizzando, sullo Score, 980 punti in prima (180 per le sei prese a C + 300 di premio partita + 500 per il premio di Piccolo Slam) oppure 1430 punti in seconda (180 per le sei prese a C + 500 di premio partita + 750 per il premio di Piccolo Slam).
    Se Nord, però, sulla dichiarazione di 6 Cuori di E-O risponderà 6 Picche (con il conseguente Contro degli avversari), realizzerà comunque 10 prese, mancando l'impegno di due prese e pagando 300 punti se è in prima o 500 punti se è in seconda, risparmiando da un minimo di 480 punti ad un massimo di 1130 punti.
    Ecco, questo concetto di "pagare" qualcosa pur di risparmiare nel conteggio finale dovrà sempre essere tenuto in debita considerazione in quanto molto spesso si verificano, durante la fase dichiarativa, possibilità di questo genere, e sta nell'abilità di tutti noi saperle sfruttare.
    Buono studio

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